Roberto Calvi

L’uno

Nella nuova era noi vediamo lo sviluppo di un carattere progressista della concezione monista dei mondo, cioè tutto è dell’Uno, con il rifiuto dei concetto dualista della separazione fra l’uomo ed il Dio. Questi sono concetti di una nuova anima che si è formata, state attenti, non si può vedere l’uomo separato da Dio.

E qualcuno dice “l’uomo è spirito immortale”, che si è dato un’anima, che si è costruito un corpo. Perciò tutto arriva da Dio, l’anima come idealità, anche come idea prima per poter poi vivere ed esplicare in questo mondo il corpo come struttura viva e formate e sé reale. Il sé reale non è altro che un punto di inizio di questo nuovo contatto divinità.

Cristo

Qualcuno dice che è uno degli aspetti del Cristo. Bene, in questo caso noi o veramente il divino che vive in ognuno di noi, ma vediamo anche nel Cristo, nel re dei Cieli, come figlio di Dio, generato e non fatto attraverso il quale tutte le cose sono state fatte. Perciò non vediamo affatto Dio, come ci è stato insegnato, come creatore. Dio non ha creato nulla, ai limite Dio ha generato da sé il figlio. Se c’è qualcuno che vuole parlare di creazione, può parlare del figlio. Come dice Giovanni l’Evangelista “Dio vero da Dio vero”: Dio è la luce, per mezzo di Lui tutte le cose furono fatte.

Perciò, quando Gesù si rivolgeva al Padre, si rivolgeva all’uomo, al figlio di Dio. Non Cristo, come dice la Chiesa. Ecco, qui c’è un fattore teologico un po’ diverso, ovvero una concezione un po’diversa.

Eva

Se è vero che il verbo è l’uomo, ecco che Eva, che estrae dal suo costato, altro non è che l’umanità. L’umanità è Eva, è il simbolo, non c’è mai stato un Adamo ed Eva iniziali. Adamo, a-damaus, *isen+angue che estrinseca la sua Eva che è l’umanità.

Noi siamo i figli di Eva, e come tali, elevandoci, viviamo anche aspetti di questa divinità, in noi da una parte dei Dio, di questa femminilità, giungendo attraverso il nostro se reale a congiungerci all’aspetto cristico che è l’uomo.

La perfezione

Tutto il mondo è Cristico, perchè il Cristo è figlio di Dio di cui Gesù è un portatore, così come Budda è un portatore, Krishna, anche Zaratustra, Orfeo: tutti questi grandi uomini sono portatori dei Cristo. Perciò ognuno di noi, come dice Gesù può, attraverso la realizzazione della perfezione dei Padre che è nei Cieli, giungere alla perfezione dei Padre. Non è qualcosa che non si può fare. Che senso avrebbe dire “síate perfetti come il Padre che è nei Cieli” se la perfezione non fosse raggiungibile.

Cercate quel Dio che c’è dentro di voi e che cos’è quel Dio che c’è dentro dì noi se non quel se reale che ci porta alla perfezione dei Padre?

Il potere

Sono molte cose che nella teologia sono state aggiustate perchè non servivano. D’altra parte la Chiesa ha dovuto prendere in mano la decadenza dell’impero romano ed ha dovuto gestire anche il potere. Questo potere non poteva limitarsi in Gesù. I tempi erano barbari, e si doveva portare potenza e si doveva inserire un Dio potente. La semplicità di Gesù non bastava.

Arrivò poi Francesco a proporre questa caratteristica; il francescanesimo era qualcosa di meraviglioso. Queste cose sono sempre avvenute.

Un unico albero

Perciò, se l’uomo è portatore di una divina scintilla, di una parte di spiritualità, ecco che la nuova coscienza dovrebbe portare l’umanità ad una nuova dimensione dell’essere; veramente alla concezione di essere parte di un unico albero che è il mondo. A questo deve arrivare l’uomo: l’albero è la vita, e la vita nasce per l’amore, la vita è amore. Se non riusciamo a vivere questa caratteristica, difficilmente riusciremo veramente ad entrare nella nuova coscienza. Questo lavoro di ricerca del sé reale si può fare, attraverso proprio l’ascolto del cuore.