Roberto Calvi

Religiosità profonda

Questa è una delle problematíche in cui dovremo vivere un po’ più profondamente e riflettere. Questa nuova era non si sviluppa come una religione a questo punto, ma sicuramente porta in sé una religiosità profonda. Nella religiosità profonda c’è rispetto per tutto ciò che vive, ma la religiosità profonda non potete andarla a comperare al mercato. La religiosità è un qualcosa che trovate in voi stessi, un qualcosa che si sente, quando dice “Dio va amato in spirito e deità” è qualcosa che si sente dentro. Anche se andate in Chiesa tutti i giorni, ma non sentite questa forza spirituale dentro, che cos’è Dio per voi, che non lo sentite, nulla, solo parole,

magari la concettualità, conoscete a memoria il Vangelo, anche la Bibbia, i Sacri testi, ma non li sentite dentro, e se non si sente dentro questa religiosità profonda, che cristiani si è anche se si conoscono a memoria i testi?

Sentire interiore

Dunque non è un fatto di conoscenza mentale, ma è un fatto di sentire interiore la nuova era. Il contatto di cui si parla nello Zen, nel Tao è proprio il sentire e vivere il presente. Questa è la realtà. Perciò in questa nuova coscienza abbiamo, come prima cosa, il primato dell’amore. Cioè un comportamento è eticamente giusto quando è ispirato dall’amore. Solo coloro che vivono e lavorano per rendere il mondo migliore, possono parlare di nuova coscienza, si può parlare di nascita nella nuova era. Coloro che non hanno questo tipo di coscienza, non possono che far parte della vecchia.

Una nuova umanità

Non è detto che solamente perchè siamo arrivati al duemila, siamo entrati completamente nella nuova era, sì per l’evoluzione della terra, i cambiamenti astrologici sì, ma la nuova era non può essere collegata ad una moda o ad un tempo planetario soltanto. La nuova era è veramente la nascita di una nuova umanità.

Vecchio muori

A questo punto potrei dire “per favore vecchio muori”.

Affinchè i nostri figli siano di luce. Si potrebbe veramente dire così, augurarci che queste vecchie coscienze muoiano. Muoiano all’interno di ognuno, non che spariscano tutte dalla terra. Muoiano attraverso una trasformazione interiore. Muore la vecchia coscienza e ne nasce una nuova. Solo cosi potremo veramente parlare di una vita migliore.

La nuova coscienza

A questo punto possiamo dire che la nuova coscienza è la condizione che emerge quando viviamo la vita in un modo creativo, forte e compassionevole. Solo in quel momento si può parlare di nuova era.

E cosa significa questo? Significa che ognuno attraverso l’osservazione cosciente scopre quelli che sono i suoi talenti naturali. Abbiamo anche la parabola dei talenti, che ci dice che ognuno di noi è diverso dall’altro, chi più ha talenti più dovrebbe essere responsabile, rispondere maggiormente di se stesso.

Questa è la nuova coscienza. Chi sa, deve iniziare a portare un discorso per aiutare altri a conoscere. Ma naturalmente senza elevarsi a maestro.

Nessun maestro

La parola Maestro, viene usata per Gesù; è stata usata per Budda; andiamoci piano ad autoelevarci a maestri. Ce ne sono troppi di guru in giro per il mondo che portano un discorso individuale, più che un discorso di evoluzione reale. Il gioco delle personalità è sottile, il gioco dell’io ci porta molto spesso ad elevarci a portare un messaggio dato per parola di Dio. E poi è già stato detto tutto, non c’è nulla di nuovo sotto il sole, nulla. Se noi cerchiamo le conoscenze antiche, ci sono delle conoscenze meravigliose, enormi, come si può pensare di portare un discorso nuovo: noi possiamo soltanto riflettere e proporre ciò che è stato detto in veste nuova, in una veste più comprensibile a noi. Questo si che lo possiamo fare. Modificare il linguaggio in termini più comprensibili.