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I principi del risveglio psichico - spirituale       Pag. 1
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Ogni essere umano ha in sé la possibilità di cambiare veramente frequenza e di cambiare modo di vivere. Che cos’è la  coscienza? Sulla coscienza ci sono infinità di pagine, ma la coscienza è, come dice Plotino, qualcosa di unitario, qualcosa che ha a che fare con la divina scintilla, con il divino che ciascuno ha dentro di sé, è il regno di Dio che è dentro ciascuno di noi.

Il risveglio psichico-spirituale è il percorso dall’incoscienza alla coscienza,  tramite   momenti in cui l’essere umano risvegliandosi a sé stesso e comprendendo attraverso lo studio, l’intuizione e soprattutto le esperienze della vita, impara a diventare cosciente di se stesso.

L’inizio per poter arrivare alla coscienza è cominciare a risvegliare il proprio io personale, uscire dalla morale comune, dai vecchi schemi (faccio così perché tutti fanno così): non è più tempo di portarci dietro questi vecchi schemi. Dobbiamo entrare nel nostro io personale, sentire dentro di noi cosa significa essere coscienti. Questo è il valore dell’essere umano.

Ogni volta che compiamo qualche azione non in sintonia con i principi di amore universale la coscienza ce lo dice, è come se qualcosa dentro di noi non fosse a proprio agio. Talvolta facciamo azioni che ci sembrano belle e che ci portano denaro, successo, grandezza ma non ci sentiamo soddisfatti: gli altri magari ci dicono bravo…Ma dentro il nostro essere? Ma quando ci guardiamo allo specchio siamo in grado di dirci che siamo bravi?

Questa è la differenza tra una coscienza sociale e una coscienza individuale.

Noi normalmente viviamo una coscienza sociale: la morale ci insegna determinati valori del vivere in società, nulla di male essere un commerciante che si arricchisce ma se il mio arricchirmi danneggia più del normale gli altri, se diventa un furto anche se è legale, come la metto con la coscienza, con la crescita interiore, con la parte di me che non si vede ma forse è quella più vera?

Se io seguo l’ideale della materialità, a fine anno mi ritroverò con un conto in banca pieno di soldi, avrò una bella macchina, una bella casa, e poi? Di fronte allo specchio della mia coscienza cosa dico? Che non ho avuto tempo per dedicarmi all’amore, alla fratellanza, perché ero troppo impegnato, perchè avevo un lavoro che mi obbligava a impegnarmi troppe ore al giorno,  perchè avevo dei figli, perchè ero un marito, perché avevo tante altre cose e non ho trovato che un quarto d’ora, venti minuti al giorno da dedicare alla coscienza?

Perché questa è la realtà di noi esseri umani. Che cosa diciamo davanti allo specchio?

Perché non è importante quello che dicono gli altri. Non è importante quello che possono dire gli altri di tutti gli argomenti trattati al mondo, non c’è nulla di importante, perché si può parlare di tantissimi argomenti e si può dire di tutto.

Ma la realtà del nostro essere qual’è? Quello che noi riusciamo a dire, parlando ore e ore, oppure quello che abbiamo realizzato nel cuore e nella mente? Cosa vale veramente? Le nostre azioni intime, le nostre intenzioni che mettiamo nelle azioni oppure il sentirci elogiare dagli altri?

I principi del risveglio spirituale sono proprio questi. La differenza è questa: da una parte ciò che appare, dall’altra ciò che un individuo sente nel cuore.

I tempi sono maturi ma non c’è molto tempo da aspettare perché il tempo del risveglio è arrivato. Abbiamo necessità di svegliarci. La nostra società ha sviluppato nel corso dei secoli una coscienza di possesso eccessivo di beni materiali, di sviluppo personale nel potere del denaro e nel potere dell’egocentrismo.

E dove c’è una forma di egocentrismo così sviluppata come si può parlare di coscienza? Come si può parlare di cuore?

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